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Dimentica l'ansia da "sarà cotta?". Con la Guida Rapida a Tempi e Temperature, avrai sempre a portata di mano i numeri esatti per trasformare ogni taglio di carne in un capolavoro. Scaricala ora e inizia a grigliare con la sicurezza di un vero Pitmaster.
Benvenuto di fronte alla “Montagna Sacra”. Se le costine sono il divertimento e il pulled pork è la festa, il Brisket (punta di petto di manzo) è la sfida definitiva per ogni Pitmaster, il pilastro su cui si fonda l’intera cultura dell’American BBQ.
Preparare un brisket perfetto è un viaggio che richiede dedizione: stiamo parlando di un taglio di carne costoso, tenace e che necessita di circa 12 ore di cottura. La paura di sbagliare e ritrovarsi con una “suola da scarpe” costosa è reale. Ma non preoccuparti. In questa guida definitiva ti spiegherò non solo la ricetta del brisket texano passo dopo passo, ma anche la scienza che si nasconde dietro al fumo, al bark e allo scioglimento (rendering) del grasso.
Se segui queste regole, trasformerai un muscolo duro in fette di carne così morbide da poterle tagliare con una forchetta.
Scheda rapida Brisket (tempi & temperature)
Fase
Obiettivo
Riferimento pratico
Setup barbecue
Cottura indiretta costante
110–120°C (225°F circa) + fumo pulito (thin blue smoke)
Fase 1
Costruire bark e sapore
Affumicare fino a ~70°C – 75°C (160–170°F) o bark fissato
Wrap
Superare lo stallo senza seccare
Quando il bark è fissato + sei in stallo (indicativamente 70–75°C). Foil = più veloce, Butcher Paper = bark migliore.
Fase 2
Sciogliere collagene e grasso
Di solito “zona” 93–96°C (200–205°F), ma dipende dalla carne
Fine cottura
Tenerezza reale
Probe tender: la sonda entra ed esce come nel burro. La temperatura è solo una bussola, non la regola.
Rest (riposo)
Stabilizzare i succhi
1–2 ore minimo (meglio 2+), ben isolato in isobox o forno spento
Taglio
Morbidezza al morso
Controfibra + ruota di 90° quando passi dal Flat al Point
Nota: i gradi interni variano in base a marezzatura e spessore. Se devi scegliere, fidati sempre della sensazione probe tender.
Anatomia del brisket – immagine: credit BestBovine
Prima di accendere il fuoco, dobbiamo capire cosa abbiamo davanti. Il brisket non è una bistecca. È la punta di petto del manzo, un muscolo che sostiene il peso dell’animale e lavora costantemente. Per questo motivo è ricchissimo di tessuto connettivo (collagene) che lo rende durissimo da crudo, ma incredibilmente gelatinoso e succoso se cotto Low & Slow. Il Brisket è il re indiscusso delle lunghe cotture, ma se vuoi orientarti tra tutte le opzioni anatomiche disponibili, ti consiglio di leggere la mia guida completa ai tagli di manzo per barbecue
Un brisket intero (Full Packer) è composto da due muscoli sovrapposti, separati da una vena di grasso:
Il Flat (Fiocco): è il muscolo inferiore, più grande, magro e di forma rettangolare uniforme. È la parte da cui si ricavano le classiche fette perfette.
Il Point (Punta): è il muscolo superiore, più piccolo, grasso e irregolare. È la parte più saporita e succosa, da cui si ricavano le famose Burnt Ends.
Se vai dal macellaio italiano e chiedi una “punta di petto”, spesso ti daranno solo il Flat sgrassato (usato per il bollito). Errore fatale per il BBQ! Per la nostra ricetta hai bisogno del pezzo intero con il suo grasso di copertura. Chiedi specificamente una punta di petto intera non rifilata o rivolgiti a macellerie specializzate in tagli americani.
Il taglio: come trovare e riconoscere il Brisket in Italia
Prima ancora di accendere il fuoco, dobbiamo affrontare la prima grande sfida: ottenere la carne giusta. Mentre negli USA basta chiedere un “Full Packer”, in Italia la situazione richiede un po’ più di dialogo. Spesso, se chiedi una “punta di petto”, il macellaio ti darà solo il fiocco (il muscolo magro, sgrassato per il bollito). Errore fatale.
Per il barbecue hai bisogno del taglio intero, composto da:
Il Flat (Fiocco): il muscolo inferiore, magro e rettangolare.
Il Point (Punta): il muscolo superiore, grasso e irregolare.
Il grasso: fondamentale che ci sia sia quello interno (marezzatura) sia quello esterno di copertura.
La checklist per l’acquisto perfetto
Per non sbagliare colpo, ecco le 3 regole d’oro che devi seguire quando scegli la carne (o quando ordini online):
Attenzione alla razza: evita razze magrissime come la Piemontese o la Chianina. Sono eccellenti per le costate, ma povere di quel grasso intramuscolare necessario per le lunghe cotture. Punta suBlack Angus (USA o Australia) o incroci pensati specificamente per il barbecue.
Il peso conta: non scendere mai sotto i 5-6 kg. Un brisket più piccolo avrà un flat troppo sottile che si seccherà irrimediabilmente durante le 12 ore di cottura. La massa aiuta a mantenere l’umidità (e ti perdona qualche errore di temperatura).
Pianifica: non andare all’ultimo minuto. Chiama il macellaio 3-4 giorni prima per dargli il tempo di preparare il taglio intero prima che lo sezioni per il banco.
Come chiedere il brisket al macellaio (la richiesta perfetta)
Per evitare incomprensioni, ecco la frase esatta da dire (o inviare su WhatsApp) al tuo macellaio di fiducia. Salvala:
Cosa dire al banco macelleria
“Avrei bisogno di una punta di petto di manzo intera, che includa sia il fiocco che la punta (i due muscoli pettorali). È fondamentale che sia non rifilata: ho bisogno che rimanga intatta la sua copertura di grasso superiore. Mi serve per una cottura lenta al barbecue, quindi il taglio deve essere il più integro possibile.”
Come riconoscere la qualità a colpo d’occhio
Una volta che hai il pezzo davanti (o stai guardando le foto sullo shop online), come capisci se è un buon brisket? Non basta l’etichetta, devi guardare la carne.
La marezzatura (il motore del sapore)
Non guardare solo il grasso esterno. Cerca la marezzatura, ovvero quei puntini e striature di grasso bianco infiltrati dentro le fibre rosse della carne. Questo grasso intramuscolare è fondamentale: sciogliendosi durante le 12 ore di cottura, lubrificherà le fibre dall’interno. Un brisket magro diventerà secco; un brisket marezzato rimarrà succoso anche se sbagli leggermente la temperatura.
Il “Bend Test” (la prova di flessibilità)
Se hai la possibilità di toccare la carne (o se è confezionata sottovuoto), fai questo test: prendi il brisket dal centro e prova a piegare le due estremità l’una verso l’altra.
Buon segno: se la carne è flessibile e si piega facilmente, significa che il tessuto connettivo non è troppo rigido e c’è una buona componente grassa.
Cattivo segno: se rimane rigido come un asse di legno, è probabile che sia un taglio magro e tenace che ti darà filo da torcere.
Info tecnica: il paradosso della carne italiana
Molti pensano che usare una razza pregiata come la Chianina o il Fassone garantisca un risultato migliore. Per il barbecue è l’esatto opposto. Queste razze sono selezionate per essere magre (ottime per le tartare o le cotture veloci), ma nel Low & Slow la loro magrezza diventa il loro peggior difetto. Senza grasso interno, la carne si asciuga. Non è mancanza di patriottismo, è chimica: per il brisket serve il grasso.
La preparazione: il “Trimming” (l’arte di scolpire)
Il trimming non è un’operazione estetica, ma un passaggio tecnico cruciale che influenzerà l’intera cottura. Non devi solo pulire la carne, devi scolpirla per renderla aerodinamica: l’aria calda e il fumo devono scivolare sopra la superficie senza incontrare spigoli vivi o avvallamenti dove potrebbero crearsi ristagni di calore o liquidi.
Ecco le 3 regole per un trimming perfetto:
La squadratura del brisket (via le parti sottili)
Osserva il Flat (la parte piatta). Noterai che ai bordi la carne si assottiglia molto. Queste parti sottili vanno tagliate via senza pietà. Perché? Perché durante 12 ore di cottura si seccherebbero diventando carbonella, e rovinerebbero la forma del pezzo. Cerca di ottenere uno spessore uniforme.
Il lato della carne (via la pelle argentata)
Sul lato inferiore (quello della carne rossa), rimuovi grasso e silverskin (pelle argentata) fino a esporre le fibre. Vogliamo che il rub e il fumo vadano a contatto diretto con la carne, non con una membrana che non si scioglierà mai.
Il fat cap: quanto grasso lasciare?
Sul lato superiore c’è lo strato di grasso (Fat Cap). Quanto toglierne? Qui la risposta dipende dalla carne che hai comprato:
Se hai un Black Angus marezzato: puoi permetterti una rifilatura aggressiva. Rimuovi quasi tutto il grasso superficiale o lasciane un velo millimetrico. La carne è già grassa dentro, quindi possiamo puntare tutto su un bark (crosta) esplosivo a contatto con la carne.
Se hai un Brisket magro (nazionale): qui il grasso superficiale è il tuo salvagente. Lasciane uno strato generoso di circa 0,5 – 1 cm. Sciogliendosi, colerà sulla carne aiutando a mantenerla umida e proteggendola dal calore secco.
I consigli di Roberto: non aver paura di tagliare!
Ti sembrerà di buttare via soldi, ma non è così. I ritagli di carne e grasso (i trimmings) sono un tesoro. Non buttarli! Macinali per fare degli hamburger con una percentuale di grasso perfetta, usali per arricchire un ragù o per preparare dei Baked Beans (fagioli stufati) dal sapore indimenticabile.
L’Injection: la tua “polizza assicurativa” contro il brisket secco
L’injection (iniezione) è una tecnica che divide i puristi, ma se non stai usando un manzo Wagyu da 50€ al chilo, te la consiglio vivamente. Consiste nell’iniettare liquidi all’interno della carne con una siringa apposita per alimenti. Non serve a mascherare il sapore della carne, ma a portare umidità e sapidità in profondità, là dove il fumo e il rub non arriveranno mai. È la tua assicurazione contro il rischio di un Flat asciutto.
Come e quanto iniettare
Non andare a caso. Segui queste regole:
La quantità: calcola un volume di liquido pari a circa il 10% del peso della carne (es. 500 ml di liquido per un brisket da 5 kg).
La tecnica: immagina di disegnare una griglia a scacchiera sulla carne. Inietta piccole quantità di liquido ogni 3 cm, sia nel Flat che nel Point, cercando di distribuirlo in modo omogeneo finché la carne non si gonfia leggermente.
La ricetta: non servono intrugli strani. Usa un ottimo brodo di manzo caldo (meglio se sgrassato). Per un tocco di umami in più, puoi aggiungere un paio di cucchiai di salsa Worcestershire.
I consigli di Roberto: il segreto del Bark
Dopo aver iniettato, il brisket sarà bagnato. Non mettere il rub adesso! Se lo fai, le spezie scivoleranno via creando una fanghiglia. Prendi della carta da cucina e tampona meticolosamente tutta la superficie finché non è asciutta. Solo così il rub aderirà perfettamente e otterrai quella crosta (bark) uniforme e croccante che tutti sognano.
Il rub per il brisket: la trinità del sapore texano (SPG)
Dimentica i rub dolci, rossi e complessi che usi per il maiale. Per un autentico Texas Brisket, vige la regola del “Less is more”. Il manzo ha un sapore ferroso e potente che non deve essere coperto, ma esaltato.
La ricetta sacra è il Rub SPG (Salt, Pepper, Garlic). Attenzione però: la ricetta originale americana prevede parti uguali di sale e pepe (o addirittura più pepe). Questo funziona in Texas perché usano un pepe speciale (“16 mesh”) molto grossolano e poco piccante. Se facessi la stessa cosa con il pepe nero che trovi nei supermercati italiani, otterresti una carne immangiabile e troppo piccante.
Per il nostro palato e con i nostri ingredienti, ti consiglio la mia versione bilanciata:
1 parte di Pepe Nero macinato grosso (fondamentale che non sia polvere fine, ma una macinatura da macinapepe).
1/2 parte di Aglio in polvere (opzionale, ma consigliato per la sapidità).
Info tecnica: perché niente zucchero?
A differenza delle costine che cuociono in 4-5 ore, il brisket cuoce per 10-12 ore. Lo zucchero, esposto al calore per così tanto tempo, brucerebbe diventando amaro e nero carbone. Ecco perché nei rub per manzo Low & Slow lo zucchero è bandito.
Come applicarlo (Il segreto del “Binder”)
Prima di mettere le spezie, devi assicurarti che aderiscano alla carne. Dopo aver asciugato il brisket (se hai fatto l’injection), spennella un velo sottilissimo di senape o di salsa Worcestershire su tutta la superficie. Non sentirai il sapore della senape alla fine, serve solo come colla. Ora applica il rub a pioggia, picchiettando con la mano per farlo aderire.
I consigli di Roberto: personalizza il mix
La base SPG è sacra, ma se vuoi dare la tua firma, puoi aggiungere due ingredienti segreti (con moderazione): Cipolla in polvere per esaltare l’umami (il gusto “carnoso”) e un tocco di Paprika dolce, non tanto per il sapore quanto per ottenere un colore mogano più intenso in cottura.
I migliori Rub commerciali (Se vai di fretta)
Se non vuoi impazzire a bilanciare le spezie, esistono miscele SPG già pronte e calibrate perfettamente per il manzo. Ecco le mie preferite:
Dopo aver applicato il rub, molti accendono subito il fuoco. Errore. Lasciare riposare la carne speziata in frigorifero per qualche ora (idealmente tutta la notte) è un passaggio che fa una differenza enorme.
Durante questo tempo avviene il Dry Brining (salamoia a secco): il sale penetra in profondità nelle fibre muscolari per osmosi, insaporendo la carne fino al cuore e trattenendo l’umidità. Hai due modi per farlo:
Metodo “Avvolto” (pratico): avvolgi il brisket nella pellicola. È igienico e ottimo per insaporire, ma la superficie rimarrà umida.
Metodo “Scoperto” (per il bark perfetto): lascia il brisket su una griglia in frigo, senza coprirlo. L’aria fredda asciugherà la superficie della carne.
Il verdetto di Roberto: quale metodo scegliere?
Se hai spazio in frigo e puoi garantire l’igiene (niente contaminazioni), scegli il Metodo Scoperto. Una superficie asciutta è il segreto numero uno per ottenere un Bark (crosta) veloce, scuro e croccante appena la carne toccherà il fumo. È un vantaggio tecnico innegabile.
La cottura Low & Slow: la guida passo-passo
Ora che il brisket è preparato, inizia il viaggio. La cottura è una maratona, non uno sprint. L’obiettivo è mantenere una temperatura bassa e costante (tra i 110°C e i 120°C) per molte ore.
Lo strumento ideale è uno smoker (verticale, offset o a pellet), ma con i giusti accorgimenti si possono ottenere risultati eccellenti anche in un Kettle o in un Kamado. Ecco le fasi fondamentali del processo:
Affumicatura e formazione del Bark (le prime 4-5 ore)
Questa è la fase in cui costruiamo il sapore e la crosta.
Il setup: stabilizza il tuo barbecue per una cottura indiretta. Ti consiglio di usare il Minion Method o lo Snake Method se usi il carbone, per garantirti molte ore a temperatura costante senza dover aprire il coperchio.
Ogni dispositivo ha le sue regole. Non importa se usi un classico Weber o un tecnologico pellet, l’importante è la gestione del calore. Ecco come impostare la tua macchina:
Dispositivo
Setup Consigliato
Il Segreto di Roberto
Kettle (es. Weber)
Snake Method o Minion Method. Water Pan obbligatoria piena d’acqua.
Usa bricchetti di qualità per garantire 8-10 ore di autonomia senza ricaricare.
Barbecue a Pellet
Imposta 105°C – 110°C (modalità Super Smoke se presente).
Non aprire mai il coperchio. Metti una vaschetta d’acqua per l’umidità.
Offset / Bullet
Fuoco pulito con carbone e chunks di legna.
Cerca il Thin Blue Smoke (fumo quasi invisibile). Evita il fumo bianco denso.
Il legno: aggiungi 2-3 pezzi (chunks) di legno da affumicatura sulle braci. Per il manzo, i classici sono Hickory(Noce Americano) o Quercia.
In griglia: posiziona il brisket lontano dal calore diretto. Inserisci le sonde del termometro (una nel punto più spesso del Flat e una nel Point) e chiudi il coperchio.
L’attesa: lascia che il fumo faccia la sua magia per almeno 4-5 ore.
Info tecnica: il “Thin Blue Smoke”
Il fumo deve essere sottile e azzurrognolo, quasi invisibile. Se vedi uscire dal camino un fumo bianco denso e pesante, significa che la legna sta bruciando male o è umida. Quel fumo renderà la carne amara e acida. Regola le ventole per avere una combustione pulita.
Qual è l’obiettivo di questa fase? Non guardare l’orologio, guarda la carne. Devi ottenere un bark (crosticina) di un bel colore mogano scuro. Il vero segnale per passare alla fase successiva è il “Touch Test”: se tocchi il rub con un dito e non ti sporchi, significa che la crosta è fissata.
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Superare lo stallo: la tecnica del Texas Crutch
Intorno ai 70°C interni, succederà qualcosa che spaventa tutti i principianti: la temperatura della carne smetterà di salire. Potrebbe rimanere bloccata lì per ore. Si chiama stallo (The Stall). È un fenomeno fisico dovuto all’evaporazione dei liquidi superficiali che raffreddano la carne (“sudorazione”).
Per superarlo senza seccare il brisket, usiamo la tecnica del Texas Crutch (la stampella texana): avvolgere la carne.
Togli la carne: quando il bark è formato e sei in stallo, rimuovi il brisket dalla griglia.
Avvolgi (Wrap): avvolgi la carne strettamente. Qui hai due opzioni:
Foglio di alluminio (Foil): accelera molto la cottura e rende la carne morbidissima (effetto brasato), ma ammorbidisce un po’ il bark.
Carta da macellaio (Butcher Paper): è la scelta dei puristi. Essendo traspirante, fa passare il vapore mantenendo il bark croccante, pur accelerando la cottura.
Rimetti in cottura: riposiziona il pacchetto nel barbecue. A questo punto la carne non prende più fumo, quindi puoi anche alzare leggermente la temperatura (fino a 130-140°C) per chiudere prima.
I consigli di Roberto: Butcher Paper o Alluminio?
Se sei alle prime armi, usa l’alluminio: è più facile e garantisce un risultato tenero. Se però vuoi fare il salto di qualità e ottenere quel bark texano perfetto, ti consiglio di procurarti la Pink Butcher Paper. È l’unico modo per avere una carne succosa dentro e croccante fuori.
Quando è davvero pronto? La prova del “Probe Tender”
Arrivati a circa 90°C interni, inizia a controllare la carne. Ma attenzione: il termometro qui è solo una bussola, non la destinazione. Ogni animale è diverso e il collagene si scioglie a temperature variabili (solitamente tra i 93°C e i 96°C).
Il brisket è pronto solo quando è Probe Tender. Cosa significa? Significa che la consistenza vince sulla temperatura.
I consigli di Roberto: la sensazione del burro
Prendi la sonda del termometro (o uno stuzzicadenti lungo) e infilala nella parte più spessa del Flat. Il brisket è pronto solo quando la sonda entra ed esce senza incontrare la minima resistenza, esattamente come se stesse affondando in un panetto di burro a temperatura ambiente. Se senti ancora un leggero “grip” o attrito, richiudi tutto e aspetta ancora mezz’ora.
Il Riposo (Resting): il segreto per non servire una suola
Hai raggiunto la tenerezza perfetta. Sei tentato di tagliare subito una fetta per assaggiare? FERMO! Se tagli adesso, perderai tutto il lavoro fatto. A questa temperatura i succhi interni sono fluidi come acqua e sotto pressione: al primo taglio scapperebbero via, lasciando la carne secca in pochi istanti.
Il brisket deve riposare per permettere alla temperatura di scendere gradualmente. Questo processo fa sì che i succhi interni si addensino, diventando più viscosi e stabili. Solo così rimarranno “intrappolati” tra le fibre della carne quando andrai ad affettare, garantendoti quel morso succoso che stai cercando.
Sfiata: apri il cartoccio per 5-10 minuti per far uscire il vapore in eccesso e fermare la cottura.
Isola: richiudi il cartoccio e avvolgi il tutto in un vecchio asciugamano o una coperta di pile.
Isobox: metti il “pacco” dentro un frigorifero portatile da campeggio (spento, ovviamente) o nel forno di casa spento.
Tempo: lascia riposare per almeno 1 o 2 ore. Se hai fatto un buon lavoro di isolamento, la carne rimarrà bollente per ore, ma diventerà incredibilmente più succosa.
L’arte del taglio del Brisket (Slicing)
Il taglio è l’ultimo ostacolo. La regola d’oro è una sola: tagliare sempre contro-fibra. Tagliando le fibre muscolari, le accorci, rendendo il boccone morbido. Se tagli “lungo fibra”, la carne risulterà gommosa e immasticabile.
Ma c’è una difficoltà: il brisket è composto da due muscoli (Flat e Point) e le loro fibre corrono in direzioni diverse.
Come procedere:
Taglia il Flat: inizia dalla parte più magra e piatta. Qui le fibre sono dritte. Taglia fette dello spessore di una matita (circa 6-8mm) perpendicolari al pezzo di carne.
Lo stop: arrivato a metà, dove inizia la “gobba” del Point, fermati. Qui le fibre cambiano direzione.
Ruota e taglia: ruota il pezzo rimanente di 90 gradi e ricomincia ad affettare. In questo modo sarai sicuro di tagliare contro-fibra anche la parte grassa e succosa della punta.
Il Point è la parte più grassa e saporita. Invece di affettarlo, la tradizione vuole che venga tagliato a cubetti, condito con altra salsa e rimesso nel barbecue per creare le Burnt Ends originali di manzo. Se ti piace l’idea ma vuoi una versione più veloce ed economica, leggi la mia ricetta delle Pork Belly Burnt Ends (caramelle di pancetta).
Come servire il Brisket: la celebrazione finale
Hai superato la sfida. Sul tuo tagliere c’è un pezzo di carne tremolante, succoso e con un anello di fumo (smoke ring) perfetto. Ora è il momento di onorarlo. Nel cuore del Texas, il servizio è spartano per non distrarre dal protagonista assoluto: la carne.
Il metodo Texano (La purezza)
Servi le fette su un vassoio coperto di carta da macellaio (butcher paper). Niente piatti di ceramica. Gli accompagnamenti obbligatori sono tre:
Pane bianco in cassetta: il più semplice possibile. Serve solo come “spugna” per raccogliere i succhi o per prendere la carne con le mani.
Cipolla bianca cruda: tagliata a fette, per dare croccantezza.
Pickles (Cetriolini): l’acidità dell’aceto è fondamentale per “sgrassare” il palato tra un boccone e l’altro.
Idee creative per gustare il Brisket
Oltre alla tradizione purista, il brisket è un ingrediente incredibilmente versatile. Ecco alcune idee per servirlo:
Brisket Sandwich: scalda le fette e mettile in un potato roll con un po’ di formaggio fuso.
Piatto unico ricco: accompagna la carne con i contorni classici americani. L’abbinamento perfetto è con una fresca coleslaw(insalata di cavolo) per sgrassare il palato, oppure con delle patate al Cartoccio cotte direttamente nella brace.
Tacos: sfilaccia la carne, aggiungi cipolla rossa marinata, chimichurri o una salsa piccante.
Chili: taglialo a cubetti e aggiungilo al tuo chili con carne per un sapore affumicato spaziale.
I consigli di Roberto: il mio abbinamento segreto
Vuoi un contorno diverso dal solito? Servi le fette calde accanto a dei pomodorini confit o arrostiti lentamente sulla griglia. La loro dolcezza e acidità naturale creano un contrasto perfetto con la ricchezza sapida della carne, molto meglio delle solite patatine fritte.
Brisket ricetta Texana
Il segreto del perfetto brisket risiede nella sua preparazione, un rito che coinvolge tutti i sensi. Immaginate la sensazione del profumo che si diffonde durante la cottura, un aroma inconfondibile di autentico barbecue Texano. Ogni fetta del nostro brisket si scioglie in bocca, rilasciando una complessità di sapori che solo una lunga affumicatura e una cottura low&slow possono conferire.
Togli dal frigorifero la punta di petto di manzo solo quando sei pronto per lavorarla, se ben fredda sarà più semplice rifilare ed eliminare il grasso.
Elimina l'eventuale pelle argentata ed il grasso dal lato inferiore, quindi rigira il pezzo di carne e procedi ad eliminare quasi completamente il grasso dal flat (se hai un brisket marezzato) oppure lasciando qualche millimetro (nel caso di un pezzo magro). Ripulisci bene anche la zona del point ed elimina buona parte del grasso che troverai tra flat e point, facendo attenzione a non scavare troppo (rischieresti di separare le due parti anatomiche).
Squadra i bordi del flat ed elimina eventuali parti troppo sottili di carne che in cottura si carbonizzerebbero.
Se hai optato per le injection questo è il momento: aggiungi qualche goccia di salsa Worcestershire al brodo ed inietta generosamente la carne. Al termine tampona con della carta assorbente la carne per asciugarla dalle eventuali fuoriuscite di liquido.
Prepara il rub in una ciotola mescolando insieme il sale, il pepe e l’aglio in polvere.
Spennella tutti i lati della punta di petto di manzo con un velo di senape, deve essere proprio solo un velo per far aderire meglio le spezie. In alternativa puoi utilizzare salsa Worcestershire, olio o anche nulla se la carne è sufficientemente umida.
Distribuisci in modo uniforme e leggero il mix di spezie su tutti i lati, attendi una decina di minuti ed effettua un secondo passaggio, sempre molto leggero, la carne non deve essere "impanata" nel rub.
Avvolgi nella pellicola alimentare la punta di petto sigillando bene e riponi in frigorifero per 4 – 5 ore meglio se tutta la notte.
Imposta il tuo dispositivo per una cottura indiretta a bassa temperatura, i classici 225 °F ovvero circa 107 °C – 110 °C sono la temperatura ideale per affumicare il brisket ( con una forbice accettabile di + o – 20 °C)
Disponi la punta di petto di manzo sulla griglia (non è molto importante il verso anche se ci sono pareri discordanti su questo aspetto, al momento non vi è nessuna evidenza dei vantaggi che si hanno disponendo la carne in un verso piuttosto che in un altro), a me piace avere il flat che poggia sulla griglia ed il point in alto.
Inserisci la sonda del termometro nel punto più spesso della carne (se ti è possibile meglio 2, una nel flat ed una nel point).
Aggiungi il legno per affumicare sulle braci e chiudi il coperchio.
Affumica fino al raggiungimento dei 74 – 75 °C e comunque fino ad aver raggiunto un bark, una crosta soddisfacente.
Quando il bark è ben formato e ti soddisfa avvolgi il pezzo di carne in un doppio strato di alluminio e riponilo all'interno di una leccarda, prima di sigillare aggiungi mezzo bicchiere di brodo e mezza lattina di Coca Cola.
Rimetti in cottura alzando la temperatura fino a 130 – 140 °C, attendi che la carne raggiunga i 93 – 94 °C. In ogni caso effettua il probe tender prima di togliere dalla griglia.
Apri il cartoccio e lascia fuoriuscire tutto il vapore, metti da parte gli abbondanti succhi e richiudi la punta di petto nel cartoccio.
Fai riposare la carne all'interno di un contenitore isolato (isobox) oppure nel forno spento per almeno 2 ore (fase di Rest).
Passato l'indispensabile tempo di riposo, procedi ad affettare contro fibra partendo dal flat, il coltello deve essere perpendicolare e deve incrociare le fibre della carne. Le fette non devono essere troppo sottili, 1 cm di spessore o poco meno dovrebbe andare bene.
Disponi le fette in una pirofila o in una teglia ed irrora con i succhi messi da parte precedentemente (mi raccomando che siano ben caldi) e godi!
Per chiudere, rispondo alle domande che mi fate più spesso
Posso cucinare il brisket al forno?
Sì, è possibile fare un ottimo brisket al forno, anche se mancherà l’aroma di legna. Usa lo stesso rub, metti la carne su una griglia con una teglia sotto e cuoci a 120°C ventilato. Per simulare l’affumicatura, puoi aggiungere un cucchiaino di fumo liquido al brodo dell’injection o nel cartoccio durante la fase di stallo.
Cosa sono le “Burnt Ends” di manzo?
Sono considerate le “pepite d’oro” del barbecue. Si ottengono separando la punta (Point) dal resto del brisket a fine cottura, tagliandola a cubetti, aggiungendo altra salsa e rimettendola in griglia per caramellare.
Come riscaldare il brisket avanzato?
Mai usare il microonde, o diventerà gomma. Il metodo migliore è conservare il brisket intero (non a fette) e riscaldarlo in forno a 150°C avvolto nella stagnola con un po’ di brodo o burro, finché non torna morbido. Se è già affettato, scaldalo delicatamente in padella con un po’ del suo sugo.
Conclusione: ora sei pronto ad affrontare la montagna
Il brisket non è una semplice ricetta, è un rito di passaggio. È la prova che distingue chi “griglia” da chi “fa barbecue”. Richiede pazienza, rispetto per la materia prima e capacità di adattarsi.
Ma ti assicuro che la prima volta che affonderai il coltello in quella crosta nera e vedrai uscire i succhi, capirai che ogni ora di attesa è valsa la pena. Ora possiedi la mappa per scalare la montagna. Accendi il fuoco.
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Il Brisket è solo l’inizio. Se vuoi imparare a gestire il fuoco come un professionista, capire le temperature e affumicare qualsiasi taglio alla perfezione, ho racchiuso tutto il mio metodo nel manuale definitivo.
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