La grigliata di pesce è una delle gioie più grandi dell’estate, un’alternativa più leggera e raffinata ai classici hamburger e salsicce. Ma è anche una delle sfide più temute. A differenza di una bistecca, che perdona qualche errore, il pesce è delicato e non fa sconti: la pelle si incolla alla griglia, il filetto si spezza al momento di girarlo, e la paura di servirlo troppo secco è sempre dietro l’angolo.
Se anche tu hai vissuto uno di questi piccoli drammi da barbecue, sappi che la colpa non è tua, ma della tecnica.
Questa non è una semplice raccolta di ricette. Questa è la guida definitiva che ti insegnerà le tre regole d’oro e i segreti dei professionisti per affrontare la tua grigliata di pesce con la massima sicurezza. Imparerai a scegliere il pesce giusto, a prepararlo alla perfezione e a cuocerlo senza che si attacchi, si rompa o si secchi. Mai più.
Pronto a trasformare la paura in perfezione? Iniziamo.
Le 3 regole d’oro per una grigliata di pesce perfetta
La paura che il pesce si attacchi è reale, ma è quasi sempre causata da piccoli errori. Per eliminarla per sempre, non servono trucchi magici, ma solo tre regole fondamentali, da seguire religiosamente.
Regola 1: la griglia deve essere pulitissima e rovente
È qui che si gioca il 90% del risultato finale.
Una griglia sporca è una colla, una griglia tiepida “lessa” il pesce. Dedica 10 minuti a questa fase e otterrai tre vantaggi immediati:
- segni di cauterizzazione perfetti (le famose grill marks)
- niente più pesce che si attacca
- cottura rapida e uniforme
Come farla scaldare bene:
- Barbecue a carbone: accendi la carbonella con 20–30 minuti di anticipo. Quando i bricchetti sono coperti da un leggero velo di cenere bianca, la brace è pronta. Posiziona la griglia, chiudi il coperchio e lasciala scaldare per 5–10 minuti.
- Barbecue a gas o elettrico: preriscalda a coperchio chiuso per 10–15 minuti, a temperatura media (180–200°C).
Una volta che la griglia è ben scaldata, dai un’ultima, energica spazzolata con una spazzola in acciaio inox e sei pronto per la fase di oliatura.
Regola 2: l’oliatura strategica (il segreto della doppia barriera antiaderente)
Domanda classica: si olia il pesce o si olia la griglia?
Molti dicono solo il pesce, per evitare fiammate e fumo amaro. Ma per un alimento delicato come il pesce, io preferisco una doppia sicurezza: oliare entrambi, nel modo giusto e nel momento giusto.
- Olia il pesce (prima): asciugalo bene con carta da cucina, poi spennella un velo d’olio extravergine su entrambi i lati.
- Olia la griglia (subito prima): con un pezzo di carta imbevuto in olio di semi di girasole o arachidi, passa velocemente le barre roventi usando una pinza lunga. Non devi ungerla troppo — basta un velo lucido.
I consigli di Roberto
L’olio sul pesce crea la prima barriera protettiva, quello sulla griglia il “binario di scivolamento” per i primi secondi critici della cottura. Insieme, rendono la superficie praticamente antiaderente e riducono a zero il rischio di disastri.
Regola 3: la pazienza, non toccare il pesce!
Hai messo il filetto sulla griglia rovente. Ora inizia la prova più difficile: resistere alla tentazione di toccarlo. Il pesce, specialmente nel primo minuto di cottura, si “salderà” temporaneamente alla griglia. È un fenomeno chimico normale. Se provi a forzarlo in questa fase, lo distruggerai. Devi dargli tempo. Quando la crosticina sarà ben formata, sarà il pesce stesso a dirti quando è pronto per essere girato, staccandosi quasi da solo, senza opporre resistenza.
La cottura perfetta sulla griglia: i passaggi e i segreti
Non esiste una regola unica, ma due tecniche professionali, ognuna con un obiettivo diverso.
- Metodo 1: Iniziare con la pelle in giù (la via della sicurezza e della pelle croccante)
Questa è la tecnica più sicura, ideale per i principianti. Posiziona il filetto con la pelle rivolta verso il basso. La pelle agisce come uno scudo, proteggendo la carne delicata dal calore diretto. Cuoci il pesce per circa l’80% del tempo su questo lato, fino a che la pelle non sarà croccantissima e si staccherà da sola. A quel punto, gira il filetto per una rosolatura finale sul lato della polpa, giusto per 1-2 minuti. - Metodo 2: Iniziare con la polpa in giù (la via della cauterizzazione perfetta)
Questa è la tecnica da ristorante. Richiede una griglia rovente e pulitissima. Posiziona il filetto con il lato della polpa verso il basso per 1-2 minuti, senza toccarlo, per creare una crosticina perfetta (la famosa reazione di Maillard). A questo punto, gira delicatamente il filetto sul lato della pelle e completa la cottura. Otterrai una presentazione da chef.
I consigli di Roberto: la mia regola pratica
Per un pesce intero, non c’è scelta: si cuoce sui fianchi. Ma per tranci e filetti, io scelgo così: se voglio una pelle super croccante da mangiare (come con il salmone), uso il Metodo 1. Se voglio una presentazione da urlo sulla polpa (come con un trancio di tonno), uso il Metodo 2. Conoscere entrambe le tecniche ti dà il controllo totale.
Come capire quando il pesce è cotto (e come girarlo)
Usa sempre una spatola per pesce lunga e sottile per girare il pesce, mai una pinza. Per capire se è cotto, hai due metodi infallibili:
- il metodo empirico (la forchetta): se le carni si separano facilmente e sono diventate completamente opache, è pronto.
- il metodo scientifico (il termometro): è cotto alla perfezione tra i 62°C e i 63°C al cuore. Appena raggiunta questa soglia, toglilo subito dalla griglia.
La scelta del pesce per una grigliata perfetta

Scegliere il pesce giusto è il primo passo per una grigliata di pesce davvero riuscita.
Non tutti i pesci, infatti, sopportano bene il calore diretto del barbecue: quelli troppo magri o delicati rischiano di rompersi o asciugarsi rapidamente.
Il segreto è puntare su pesci compatti e con una buona quota di grasso, che mantengono umidità e sapore anche sulle alte temperature della brace.
Ecco una guida ragionata per non sbagliare mai la scelta dal tuo pescivendolo di fiducia.
I pesci ideali per la griglia (grassi e compatti)
Sono i più “sicuri”, perfetti anche per chi è alle prime armi. Il loro grasso naturale agisce da scudo protettivo, rendendoli più tolleranti agli errori di cottura e sempre succosi.
- Salmone: il re della griglia. Grasso, saporito e con una pelle che diventa croccante al punto giusto.
- Tonno: da cuocere solo in tranci spessi, scottato fuori e rosato dentro.
- Pesce spada: consistenza da “bistecca di mare”, perfetto per la griglia diretta.
- Sgombro: economico, saporito e ricco di omega-3: ideale per una grigliata rustica e genuina.
I pesci a carne bianca (da cuocere interi)
Orate, branzini e dentici sono più delicati, ma se li cuoci interi diventano perfetti anche per il barbecue.
La pelle e la lisca funzionano come una barriera naturale che trattiene i succhi interni, preservando sapore e compattezza.
- Orata e branzino: classici intramontabili del Mediterraneo.
- Dentice e pagello: carne soda e profumata, ottimi anche per la cottura indiretta.
Crostacei e molluschi: cotture brevi ma intense
Qui serve calore alto e tempi rapidi, per evitare che diventino gommosi.
- Gamberoni e scampi: pochi minuti per lato, lasciando il carapace per proteggerne la polpa.
- Calamari e seppie: cottura diretta e veloce, giusto il tempo che la carne diventi opaca.
I consigli di Roberto: fidati del tuo pescivendolo
Il tuo miglior alleato è chi il pesce lo conosce davvero.
Spiega come intendi cucinarlo, “un pesce intero da grigliare” o “tranci spessi per barbecue” e saprà consigliarti il pescato del giorno più adatto.
Un prodotto fresco e compatto è sempre la base per una grigliata di pesce perfetta.
Squame sì o squame no? La risposta definitiva

Questa è la domanda da un milione di dollari, un tema su cui anche i professionisti si dividono. La tradizione italiana dice di squamare sempre il pesce, ma nel mondo del barbecue esiste una tecnica avanzata che prevede di lasciarle. Chi ha ragione? Entrambi. Dipende tutto da due fattori: se vuoi mangiare la pelle e come intendi cuocere il pesce.
- Scenario 1: Devi SEMPRE togliere le squame se… vuoi mangiare la pelle.
Se il tuo obiettivo è ottenere quella deliziosa pelle croccante e mangiarla (come nel caso di un filetto di salmone, di un’orata o di un branzino), allora squamare il pesce è obbligatorio. Le squame non sono commestibili, e nessuna cottura le renderà piacevoli al palato. In questo caso, la pelle squamata, ben asciutta e a contatto con la griglia rovente, diventerà una sorta di “patatina” deliziosa. - Scenario 2: Puoi (e dovresti) LASCIARE le squame se… cuoci un pesce intero direttamente sulla brace.
Questa è la tecnica da professionisti per le cotture più rischiose. Se stai cuocendo un pesce intero (specialmente a carne magra come un dentice o un pagello) direttamente sulle braci, le squame agiscono come una vera e propria armatura naturale. Si sacrificheranno al calore intenso, carbonizzandosi e proteggendo la pelle e la carne sottostante dal bruciare e dall’attaccarsi. Funzionano come uno scudo anti-disastro: a fine cottura, la pelle e le squame verranno via con una facilità disarmante, lasciandoti una polpa incredibilmente umida e cotta alla perfezione. In questo caso, le squame e la pelle non si mangiano.
I consigli di Roberto: la mia regola pratica
La mia regola personale è semplice. Per tranci e filetti, squamo sempre, perché voglio quella pelle croccante. Per i pesci interi da cuocere direttamente sulla griglia, lascio sempre le squame: è un’assicurazione sulla vita che mi garantisce un risultato succoso e mi evita l’ansia che il pesce si attacchi. Prova questa tecnica e non tornerai più indietro.
La preparazione del pesce: i passaggi prima del fuoco
Hai scelto il pesce perfetto. Ora, prima di pensare alla griglia, ci sono due passaggi fondamentali che preparano la materia prima al successo: la pulizia e la marinatura.
Pulizia: a ogni pesce la sua attenzione
Non tutti i pesci richiedono lo stesso trattamento.
- per i pesci interi: se non l’ha già fatto il pescivendolo, dovrai pulirlo. Rimuovere le interiora, le pinne e come abbiamo visto, eventualmente le squame. Un consiglio da pro: fai 2-3 incisioni leggere sui fianchi del pesce. Questi tagli non solo aiuteranno il calore a penetrare in modo più uniforme, ma eviteranno che la pelle si “arricci” e si deformi in cottura.
- per i crostacei (gamberi, scampi): la pulizia è più semplice. Rimuovi le zampette e, se desideri, incidi il dorso con un coltellino per estrarre il “filo nero” intestinale, che può avere un retrogusto amaro.
- per i tranci: di solito sono già pronti all’uso e non richiedono alcuna pulizia.
La marinatura: un bagno di sapore e tenerezza
La marinatura non è obbligatoria, ma è altamente consigliata, specialmente per i pesci a carne bianca e magra. Una buona marinata non solo insaporisce, ma l’acidità contenuta al suo interno “pre-cuoce” leggermente le proteine superficiali, rendendo la carne più soda e meno incline a sfaldarsi.
La formula per una marinatura perfetta si basa su tre elementi:
- una parte grassa (olio extravergine d’oliva): protegge il pesce dal calore e lo mantiene morbido.
- una parte acida (succo di limone, arancia, aceto di vino bianco): aggiunge freschezza e intenerisce le fibre.
- una parte aromatica (erbe fresche come timo, rosmarino, aglio, pepe in grani): esalta il sapore naturale del pesce.
Lascia il pesce a marinare in frigorifero per un minimo di 30 minuti, ma fai attenzione a non superare le 2 ore: un’eccessiva esposizione all’acido finirebbe per “cuocere” troppo la carne, alterandone la consistenza.
Tecniche di cottura: a ogni pesce il suo metodo
Ora che hai scelto il pesce perfetto e hai imparato le tre regole d’oro, devi scegliere l’arma giusta per la tua battaglia. Non esiste un solo modo per grigliare il pesce. A seconda del taglio e della sua delicatezza, puoi scegliere tra diverse tecniche, da quella più “adrenalinica” a quella a prova di errore.
La cottura diretta sulla griglia (per i più coraggiosi)
Questo è il metodo classico, il più purista, ma anche quello che non perdona errori. Consiste nel posizionare il pesce direttamente sulle barre roventi della griglia. È la tecnica che, se eseguita alla perfezione, regala il sapore più autentico di “grigliata” e le grill marks più belle.
- Ideale per: pesci interi robusti (come l’orata o il branzino) e tranci spessi e compatti (tonno, pesce spada, calamari).
- Requisito fondamentale: il rispetto assoluto delle “3 Regole d’Oro” che abbiamo visto prima. Qui non si scherza.
La cottura su placca di cedro (per un sapore unico)
Questa è una tecnica tanto scenografica quanto geniale. Il segreto sta nell’immergere completamente la placca di legno in acqua per almeno un’ora prima dell’uso. Una volta sulla griglia, la placca protegge il pesce dal calore diretto e, mentre si scalda, rilascia un fumo incredibilmente aromatico. Non dovrai fare altro che posizionare il pesce, chiudere il coperchio e attendere, senza bisogno di girarlo.
- Ideale per: filetti di pesce grasso, primo su tutti il salmone. Il risultato è un pesce umido, succoso e con un aroma che non potresti ottenere in nessun altro modo.
- Sforzo richiesto: minimo. È una delle tecniche più semplici e “a prova di stupido”.
La cottura nel cestello (la soluzione anti-disastro)
Se la tua paura più grande è che il pesce si rompa, il cestello (o graticola doppia) è la tua assicurazione sulla vita. Si tratta di una griglia a “libro” a maglie fini in cui intrappoli il pesce. Potrai girarlo quante volte vuoi, semplicemente capovolgendo il cestello, senza mai toccare la carne. Il rischio di romperlo è zero.
- Ideale per: filetti molto delicati, pesci di piccole dimensioni o per una grigliata mista di pesce.
- Il vantaggio: puoi girare il pesce quante volte vuoi, semplicemente capovolgendo il cestello, senza mai toccare direttamente la carne. Il rischio di romperlo è letteralmente zero. È un accessorio che ogni amante della grigliata di pesce dovrebbe avere.
La cottura al cartoccio (morbidezza e umidità garantite)
È la tecnica perfetta per ottenere un pesce morbidissimo cotto a vapore nei suoi stessi succhi. Prendi un doppio foglio di alluminio, metti al centro il pesce con un filo d’olio, erbe aromatiche e fette di limone. Chiudi il pacchetto lasciando un po’ d’aria all’interno e sigilla bene i bordi per non far uscire il vapore. Cuoci in cottura indiretta a 180-200°C per circa 8-10 minuti. Un consiglio: per rimuoverlo dalla griglia, usa dei guanti resistenti al calore e una spatola, mai le pinze che potrebbero forarlo.
- Ideale per: tutti i tipi di filetti, specialmente quelli più magri che tendono a seccarsi.
- Il risultato: il pesce cuoce a vapore nei suoi stessi succhi e negli aromi che hai aggiunto. Il risultato è una carne incredibilmente umida e profumata, con zero rischi che si attacchi alla griglia.
E l’affumicatura classica?
Certo, puoi affumicare il pesce anche con il metodo classico, aggiungendo chunks o chips di legno alla tua brace. Scegli legni delicati come il melo, il ciliegio o l’ontano. Il pesce assorbe il fumo molto rapidamente, quindi non esagerare: spesso bastano i primi 15-20 minuti di cottura per un aroma perfetto. Per approfondire, leggi la mia guida a come affumicare sul barbecue.
Il segreto del pesce intero: sapore e succosità massimi
Grigliare un pesce intero è una delle più grandi soddisfazioni. Il motivo è semplice: garantisce un risultato più succoso e saporito. La pelle, la lisca e la testa agiscono come una camera di cottura naturale, proteggendo le carni delicate e mantenendole incredibilmente umide.
In più, ti offre un’opportunità unica: farcire la cavità addominale con aglio, erbe aromatiche (timo, rosmarino) e fette di limone. In cottura, questi aromi profumeranno il pesce dall’interno, regalandoti un sapore complesso e diffuso che non potresti ottenere in nessun altro modo.
Impara la tecnica con la mia ricetta dell’ orata alla griglia
Tecnica da Pro: la “scorticatura” in griglia
Vuoi servire un filetto perfetto senza pelle, ma sfruttare la sua protezione in cottura? Prova questa tecnica avanzata. Cuoci il filetto per il 90% del tempo dal lato della pelle. Poi, invece di girarlo, infila la spatola tra la polpa e la pelle e, con un movimento delicato, stacca la carne, lasciando la pelle attaccata alla griglia a fare da “scudo”. Otterrai un filetto incredibilmente umido e cotto alla perfezione.
E se il pesce è senza pelle?
Cuocere un filetto senza pelle è l’operazione più delicata. In questo caso, il consiglio di muoverlo il meno possibile è ancora più importante. Giralo una sola volta e sii estremamente delicato. Per questa specifica operazione, l’uso di una piastra in ghisa o di un cestello per pesce è altamente raccomandato per evitare disastri.
Le mie migliori ricette per la tua grigliata di pesce
Ora che conosci la teoria, è il momento di accendere il fuoco. Una grigliata di pesce perfetta non ha bisogno di preparazioni complicate, ma di ricette collaudate che esaltino la materia prima. Ho raccolto per te le mie guide passo-passo preferite, quelle che non deludono mai, dal classico intramontabile all’antipasto più goloso.
Pesci interi e tranci: i protagonisti della tavola
- Orata alla griglia: il classico intramontabile: la guida definitiva per cuocere l’orata (o il branzino) intera. Imparerai i segreti per una pelle croccante, carni succose e un ripieno aromatico che profuma di Mediterraneo.
- Salmone alla griglia: pelle croccante e cuore succoso: la tecnica passo-passo per non sbagliare mai più la cottura del re dei pesci grassi. Un risultato da ristorante, con una pelle che diventa una vera e propria patatina.
- Trancio di tonno: la bistecca di mare: il tonno alla griglia si cuoce in pochi istanti. In questa guida ti spiego come ottenere una scottatura esterna perfetta, mantenendo il cuore rosso e tenero, per un sapore che esplode in bocca.
Crostacei e molluschi: sapori veloci e irresistibili
- Gamberoni alla griglia: facili, veloci e saporiti: la ricetta base per gamberoni perfetti, con tutti i consigli sulla marinatura e sui tempi di cottura per non farli diventare gommosi.
- Polpo alla griglia: il segreto per renderlo tenerissimo: la paura più grande quando si griglia il polpo è che risulti duro. In questa guida ti svelo il metodo infallibile, che parte da una pre-cottura, per ottenere un polpo croccante fuori e tenerissimo dentro.
- Calamari alla griglia: un classico estivo: semplici, veloci e deliziosi. La ricetta perfetta per un secondo piatto leggero o un antipasto da condividere.
- Gamberi avvolti nella pancetta: un finger food irresistibile che unisce mare e terra. La dolcezza del gambero si sposa alla perfezione con la sapidità croccante della pancetta. Perfetti come antipasto.
- Spiedini di pesce e verdure: l’idea perfetta per una grigliata mista. Alterna pezzi di pesce spada, salmone, gamberi e calamari con falde di peperone, zucchine e cipolla. Una marinatura leggera e una cottura veloce faranno il resto.
I consigli di Roberto: Gli abbinamenti perfetti che esaltano il pesce
Una grigliata di pesce non è completa senza i contorni giusti, che devono esaltare la delicatezza del mare senza coprirla. Dimentica le salse barbecue dolci e i contorni pesanti. Ecco le scelte vincenti:
- Verdure Grigliate: sono l’abbinamento per eccellenza. Zucchine, peperoni, melanzane e asparagi cotti sulla brace completano il piatto con leggerezza. Scopri la mia guida definitiva alle verdure grigliate.
- Patate al Barbecue: un classico che non delude mai. Dalle semplici patate alla griglia alle più scenografiche patate Hasselback, sono il contorno che mette tutti d’accordo.
- Salse ed Emulsioni Fresche: per condire, punta sulla semplicità. Un’emulsione di olio, limone, aglio e prezzemolo (un salmoriglio) o un chimichurri fresco sono perfetti per esaltare il sapore del pesce senza sovrastarlo. Con i crostacei, osa con una maionese all’aglio (aioli).
Griglie per pesce e accessori indispensabili: il kit del pitmaster
Hai imparato la tecnica, ma per una griglia per pesce barbecue perfetta servono gli strumenti giusti. Quando si lavora con un ingrediente delicato, la scelta tra le varie griglie per pesce e accessori può fare la differenza tra un filetto integro e uno sbriciolato. Ecco gli alleati che non devono mancare.
La spatola lunga per pesce
Questo è lo strumento più importante in assoluto. Dimentica le palette corte da hamburger. Ti serve una spatola lunga, larga e leggermente flessibile. È l’unica che ti permette di insinuarti delicatamente sotto l’intera lunghezza di un’orata o di un filetto di salmone, sostenendolo completamente mentre lo giri o lo sposti. È la tua assicurazione numero uno contro il rischio che il pesce si spezzi.
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La graticola per pesce (o cestello doppio): mai più rotture
Se l’idea di girare il pesce ti terrorizza ancora, la graticola per pesce (o cestello) è la soluzione definitiva. Intrappoli il pesce (o più pesci piccoli) all’interno di questa griglia a “libro” e poi giri semplicemente il cestello. La carne non viene mai toccata direttamente, il rischio di rottura è zero e otterrai comunque delle belle righe di cauterizzazione. È l’accessorio perfetto per i principianti o per i pesci più delicati.
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Placche di cedro
Se vuoi portare la tua grigliata di pesce a un livello superiore, questo è il segreto. Come abbiamo visto, cuocere il pesce (specialmente il salmone) su una tavoletta di cedro precedentemente ammollata non solo impedisce che si attacchi, ma lo infonde di un sapore affumicato delicato e aromatico da vero ristorante gourmet.
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Spazzola per la pulizia della griglia
Lo abbiamo detto nella Regola #1: tutto parte da una griglia pulita. Una spazzola robusta, con setole in acciaio inox, è l’unico strumento che può grattare via i residui carbonizzati e lasciarti una superficie liscia e pronta per la cottura. È un piccolo investimento per la sicurezza e la riuscita di ogni tua grigliata.
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Domande frequenti (FAQ): i dubbi più comuni sulla grigliata di pesce
Ho raccolto le domande più comuni che ogni griller si pone davanti a un pesce da grigliare. Ecco le risposte dirette e definitive.
Qual è il pesce più facile da cucinare alla griglia per un principiante?
Senza alcun dubbio, il trancio di pesce spada. Le sue carni sono così sode e compatte che si comporta quasi come una bistecca di manzo. Il rischio che si rompa o si attacchi è bassissimo, rendendolo perfetto per prendere confidenza con la grigliata di pesce. Subito dopo, viene il salmone in tranci spessi, il cui alto contenuto di grasso lo rende molto “indulgente” e difficile da seccare.
Come faccio a capire quando il pesce è cotto?
Ci sono due modi infallibili, da usare insieme. Il primo è visivo: la carne deve passare da traslucida a completamente opaca in ogni sua parte. Il secondo è meccanico: prendi una forchetta e prova a “sfaldare” delicatamente un pezzetto di polpa nel punto più spesso. Se le fibre si separano facilmente, il pesce è pronto. Se fanno resistenza, ha bisogno ancora di qualche istante. Per una precisione scientifica, un termometro a lettura istantanea è il tuo migliore amico: la maggior parte dei pesci è perfettamente cotta quando raggiunge i 62-63°C al cuore.
Devo sempre marinare il pesce prima di grigliarlo?
No, non è obbligatorio, ma è altamente consigliato, specialmente per i pesci a carne bianca e magra. Una marinatura ben bilanciata (con una parte grassa come l’olio e una parte acida come succo di limone o aceto) non solo insaporisce, ma l’acidità aiuta a “pre-cuocere” leggermente le proteine superficiali, rendendo la carne più soda e meno incline a sfaldarsi in cottura. Bastano 30 minuti in frigorifero per fare una grande differenza.
Conclusioni: la tua grigliata di pesce inizia adesso
Se sei arrivato fin qui, hai capito una cosa fondamentale: grigliare il pesce non è difficile, è solo una questione di rispetto. Rispetto per l’ingrediente, che è delicato, e rispetto per la tecnica, che richiede poche ma fondamentali regole.
Hai imparato il protocollo per non far attaccare mai più il pesce, a scegliere il taglio giusto per ogni occasione e a padroneggiare i metodi di cottura che ti garantiranno un risultato perfetto, sempre.
Ora butta via le tue paure. Scegli la tua prossima preda, che sia un’umile orata o un maestoso trancio di tonno. Pulisci la griglia, accendi il fuoco e porta in tavola una grigliata di pesce che non è solo cotta alla perfezione, ma che racconta la storia di un griller che ha trasformato la paura in maestria.
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